Riportiamo in questa pagina un estratto (con nostra traduzione e relativo piccolo adattamento alla lingua italiana, N.d.T.) della “succulenta” intervista rilasciata da Diego Maradona al quaotidiano argentino “Olè” , alla vigilia del doppio match di qualificazione ai Mondiali di Sudafrica 2010 che vedono la Seleccion impegnata al Monumental di Buenos Aires contro il Venezuela (sabato) ed in Bolivia (mercoledì).

Le due partite saranno fondamentali per l’Argentina, che per il momento è solo quarta nel suo girone dietro a Brasile, Cile e, soprattutto, alla sorprendente capolista Paraguay.
Nell’intervista El Pibe de Oro racconta come vive la vigilia delle sue prime partite “vere”, dopo aver vinto entrambe le due amichevoli di lusso giocate in Europa (battute Scozia e Francia) dopo la sua nomina a C.T. della Seleccion.

L’intera intervista originale (in lingua spagnola) può essere letta seguendo questo link

Il mio sogno sarebbe entrare al Monumental e sentire lo stadio esplodere in un’ovazione assordante per accogliere i miei ragazzi in campo. Un applauso che duri 90 minuti, che faccia sentire i giocatori liberi di divertirsi in campo e fare, con la mente libera da paure ed ansie, tutto quello che sanno fare.

E’ questo il Diego-pensiero alla vigilia del doppio match di qualificazione mondiale. Un Pibe de Oro che coccola i suoi giocatori come se fossero suoi figli. E vorrebbe che oltre che figli suoi diventassero figli della gente. Una “Nazionale del popolo”, come è solito ripetere a destra e a manca.

D: Riesci ad immaginare come sarà l’ingresso in campo? Un’ovazione?

R: “Io spero che Messi entri in campo accolto da un’ovazione degna del migliore del mondo. Spero che l’intera Seleccion venga applaudita all’ingresso in campo come il boato che accompagnava me quando giocavo con la maglia della mia Nazionale.
E’ bellissimo vedere una Nazionale giocare in uno stadio che è fiero della sua Nazionale e lo fa capire con applausi ed incitamenti.”

D: Tutta questa aspettativa, e la tensione dell’essere solo quarti in classifica. Sono cose che ti preoccupano?

R: “No, affatto, sono molto tranquillo. I ragazzi hanno una grande euforia, gran voglia di andare in camp e far bene. E sono sicuro che questa euforia sarà contagiosa ed arriverà anche a tutte le persone sugli spalti.
Però, come ho ricordato ai miei giocatori, con la sola euforia non si vincono le partite. Ci vuole anche la lucidità e la freddezza, tenendo la palla ed aspettare cinicamente il momento di piantare la zampata e fare gol. Tanti gol. Così i ragazzi potranno uscire vincenti ed applauditi come meritano dal campo, ed è quello che èiù desidero.”

D: Che squadra vedremo in campo? Quale sarà la formazione? E con che modulo?

R: “La squadra la schiererò nel modo che ritengo migliore per affrontare l’avversario di turno. Non ne ho una prestabilita. La formazione, invece, la darò all’ultimo minuto, perché mi piace che tutti restino concentrati e si impegnino alla ricerca di una maglia, anche quelli che alla fine non giocheranno. Perchè qui il posto assicurato non ce l’ha nessuno” (salvo poi dire che Mascherano per lui è il capitano, che si aspetta ovazione per Messi e che che Carrizo è il “suo portiere”, N.d.T.).

D: Messi è spesso accusato di non rendere in Nazionale tanto quanto rende con il Barcellona. Che ne pensi? Hai parlato con lui?

R: “Penso che lui è il migliore del mondo, indipendentemente che giochi con l’Argentina, con il Barcellona, con il Camerun o con la squadra del suo quartiere.”

D: Non ci sarà dunque Riquelme. La squadra sentirà la sua mancanza? Come pensi di sostituire il giocatore del Boca?

R: “Roman non ci sarà, questa è la realtà. Quindi bisogna trovare un’alternativa. Ci mancherà il suo talento, soprattutto in termini di ultimo passaggio, ma abbiamo talmente tanti bravi giocatori che per trovare la via del gol inventeremo sicuramente lo stesso qualcosa di bello e vincente.”

D: Qual’è il tuo obiettivo per queste due partite?

R: “Il Venezuela è cresciuto molto e con la Bolivia in altura sarà difficile. Ma l’Argentina è l’Argentina. Parte per vincere. Sempre e contro chiunque. E così sarà anche stavolta.
Il mio vero obiettivo è far divertire la gente. Quelli che corrono allo stadio, o si attaccano alla televisione per vedere le magie di Messi, Aguero, Tevez, Mascherano. Ecco, il mio obiettivo è farli felici dando loro il migliore spettacolo del mondo grazie ai campioni che ho nella mia squadra.”

Insomma alla vigilia del suo esordio in partite ufficiali, Diego Armando Maradona sembra sempre più impegnato in quella che è la sua missione di trasformazione del Diego giocatore nel Diego allenatore.

E la strada che ha scelto è quella di distogliere sempre più i riflettori e l’attenzione dalla sua ingombrante persona e personalità, spostando le luci della ribalta sui suoi giocatori.

Sarà dura nascondersi dalla scena, ma a noi piace così. Umile ma con la mentalità vincente. Forza Diego, e “Aguante la Seleccion!“.

Antonio Di Colandrea

3 Commenti per l'articolo “Intervista a Diego: ora si fa sul serio!”

  1. Forza Diego!!!

  2. maradona sei il migliore al mondo,ma come si può rinunciare ad un fenomeno come juan roman riquelme….spero solo che si risolve tutto al più presto,e che riquelme,torni a far parte della nazionale argentina

  3. @JOSE’:
    Beh, tecnicamente non è stato Maradona a voler fare a meno di Riquelme, ma è stato Riquelme a voler fare a meno della Nazionale.

    Comunque non so Tu ma noi della Redazione abbiamo unanimemente commentato che sabato sera la mancanza di Riquelme non si è sentita neanche un po’…

    Forse El Mudo dovrebbe fare un piccolo bagno di umiltà, e capire che non è affatto indispensabile né primadonna di questa Seleccion…

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